martedì 19 novembre 2013

Welcome to my mind...

Entrare su questo blog mi fa venire i sensi di colpa, perché rappresenta la prova tangibile della mia incostanza.
Io ci tengo a questo blog, eppure, nonostante non abbia poi niente di meglio da fare, non riesco a dedicarmici come vorrei.
Perfino la roba che pubblico, non mi piace.
Rileggendo i miei miseri 10 post pubblicati, infatti, mi sono resa conto di quale abisso qualitativo ci sia da quello che scrivo per me e quello che scrivo per il blog.
Io, dovete sapere, scrivo sempre.
Sempre, anche se non pubblico.
Del resto, un po' credo di esserci nata scrittrice perché, da quando ho memoria, mi ricordo con una penna in mano a inventare storie assurde su principesse arcobaleno (ho ritrovato un quaderno di quando facevo la seconda elementare con una decina di racconti minchiata).
Eppure, mi rendo conto, che quando devo pubblicare un post sul blog alla fine sono sempre frenata, e me lo salvo nelle bozze.
A dire il vero, al netto finora ho 10 post pubblicati e trentasei (36) bozze.
Roba che la proporzione è improponibile.
E anche la qualità a dire il vero.
Sono ben cosciente di non essere Kafka, ma è inutile negare il fatto che quello che scrivo e non pubblico è sicuramente meglio (ci vuol poco) di quello che scrivo per pubblicare.
Una delle poche regole base di uno scrittore, secondo me, è non mettere troppo di se stessi in quello che si scrive, perché altrimenti non si ha il coraggio di pubblicarlo.
Beh io, quando scrivo per me, sono senza filtri.
E' come se andassi dal confessore.
Molte volte l'argomento dello scritto non è nemmeno pragmatico (molte sono solo seghe mentali) eppure ho paura che di me si capisca troppo.
Forse è vero, fondamentalmente sono cagasotto, ma il pensiero di mostrare me stessa così tanto, anche su internet, è una cosa che mi fa venire la tachicardia anche solo a pensarci.
Period.
Eppure, oggi, mentre rileggevo i post che non ho pubblicato mi sono resa conto che forse è questo il motivo per cui chi mi legge non si sente poi così tanto ispirato a parlarmi, a commentare, a condividere.
Perché sostanzialmente viene fuori una persona fittizia cosa che io, credetemi non sono.
Ecco perché ho deciso di pubblicare quei post, perché anche se forse non cambierà niente, lo devo a quei 1000 stronzi che mi hanno letto ma soprattutto lo devo a me stessa.
Si chiama onestà intellettuale, si chiama avere le palle finalmente di esporsi.
Certo, il tono del blog non sarò esattamente quello che volevo originariamente, ma del resto, la maggior parte dei miei progetti va in malora.
Non voglio mettere barriere anche qui, nel mio cantuccio, lo faccio già troppo nella vita reale.
Quindi, d'ora in poi, questa sono io, e questo è il mio Moleskine.
Grazie a chi mi legge.

Sempre vostra,

Stonza

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